Parassiti intestinali nel gatto: sintomi, contagio e cura



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I parassiti intestinali nel gatto sono probabilmente una delle cause più frequenti per le quali si va dal veterinario, soprattutto quando abbiamo appena adottato un gattino. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che anche i felini adulti possono soffrirne, perfino quelli che vivono in casa, dato che noi stessi senza volerlo trasportiamo parassiti attraverso le scarpe. Per questo motivo si consiglia di sverminare regolarmente i gatti, utilizzando sempre prodotti prescritti dal veterinario.
La presenza di quelli che comunemente conosciamo come "vermi del gatto" presenti nelle feci, sono solitamente sufficienti per formulare una diagnosi. Esistono però alcuni sintomi meno evidenti, come pelo ruvido e distensione addominale, che possono nascondere la presenza di parassiti finché non si diffondono.
In questo articolo di AnimalPedia parleremo in dettaglio dei parassiti nel gatto attraverso una guida completa sui parassiti intestinali nel gatto, tipi, sui sintomi e sul trattamento. Spiegheremo inoltre come si verifica l'infezione, quali sono le opzioni di trattamento disponibili e molto altro ancora. Continua a leggere!
- Sintomi dei parassiti intestinali nel gatto
- Tipi di parassiti intestinali nel gatto
- Nematodi o ascaridi nel gatto
- Cestodi o vermi piatti nei gatti
- Parassiti intestinali microscopici nel gatto
- Come sverminare un gatto?
- Rimedi casalinghi per i parassiti intestinali nel gatto
- I parassiti intestinali contagiano gli umani?
Sintomi dei parassiti intestinali nel gatto
Come faccio a sapere se il mio gatto ha dei parassiti? Come accennato nell'introduzione, non tutti i parassiti intestinali sono facilmente individuabili dalla presenza di vermi nelle feci, per questo è importante conoscere i sintomi più comuni, che includono alcuni particolari sintomi clinici, come:
- Perdita di peso
- Anemia
- Diarrea
- Problemi di crescita
- Pelo opaco
- Addome gonfio
- Addome infiammato
- Vomito
- Feci scure
- Gastrite
- Cattivo assorbimento degli alimenti
- Apatia
- Diarrea con sangue
- Diarrea acquosa
Ora che abbiamo visto i sintomi dei parassiti nel gatto, in particolare quelli intestinali, scopriamo di più sui vari tipi.

Tipi di parassiti intestinali nel gatto
Esistono diversi tipi di parassiti interni nel gatto, per questo è importante saperli distinguerle. Parleremo di seguito dei più comuni:
- Nematodi: noti anche come ascaridi.
- Cestodi o tenie: noti anche come vermi piatti.
- Giardia, coccidi e toxoplasmosi,tra gli altri.
Ora che sappiamo quali tipi di parassiti intestinali possono manifestarsi nel gatto, esaminiamo più in dettaglio i sintomi che ciascuno di essi provoca.
Nematodi o ascaridi nel gatto
Ora che sappiamo riconoscere se il nostro gatto ha dei parassiti, scopriamo quali sono quelli intestinali più comuni. Con il termine nematodi si intendono molti tipi di parassiti che possono essere classificati come veri e propri vermi per via del loro aspetto simile. All'interno di questo gruppo, i felini sono frequentemente colpiti da due tipi in particolare:
- Ascaridi
- Anchilostomi
Nematodi scaridi
Qui troviamo Toxocara cati e Toxascaris leonina, quest'ultimo meno importante in termini di incidenza e sintomi. La prevalenza del Toxocara cati rende senza dubbio necessario parlarne approfonditamente: ha un ciclo di vita diretto ma molto complicato, sostanzialmente vengono poste le uova e dopo qualche giorno al loro interno si forma una larva infettiva (larva in fase III).
Quest'uovo con l'organismo patogeno può essere ingerito dal gatto, e schiudersi nell'intestino, dove attraversa la parete intestinale raggiungendo attraverso la circolazione il fegato e da lì i polmoni (sistema portale).
Qui si verifica il passaggio verso lo stadio larvale successivo e, attraverso la tosse, che produce catarro che poi viene deglutito, la larva passa alla bocca e ritorna di nuovo nell'intestino tenue. Lì diventerà adulta e si attaccherà all'intestino, assumendone direttamente i nutrienti e competendo con l'animale per il loro assorbimento.
Non ingeriscono sangue, bensì nutrienti, dando origine ai sintomi caratteristici di questi parassiti nel gatto, gli ascaridi, che sono:
- Pelo ruvido.
- Leggero aumento di peso.
- Distensione addominale.
- Vomito con vermi.
- Diarrea.
A volte provocano un'ostruzione meccanica dell'intestino a causa dell'enorme quantità di parassiti portando addirittura l'animale domestico alla morte.
Nematodi anchilostoma
In questo tipo di nematodi troviamo Ancylostoma tubaeforme e Uncinaria stenocephala. Sono caratterizzati dal possedere uncini nell'apparato boccale con i quali si attaccano saldamente all'intestino tenue per succhiare il sangue. Per fare questo, rilasciano un anticoagulante e, se i parassiti sono numerosi, causeranno notevoli emorragie, con conseguenti feci di colore scuro. I sintomi caratteristici degli anchilostomi sono:
- Anemia.
- Debolezza.
- Morte: solo se i parassiti sono in quantità eccessiva.
Le loro dimensioni sono minuscole rispetto agli ascaridi (tra 0,5 e 1,5 cm) e i tipi di trasmissione sono transmammaria (attraverso il latte materno), prenatale (le larve possono attraversare la placenta dall'utero infettando il gattino, cosa che non avviene con Toxocara cati) e cutanea, cioè quando il gatto calpesta superfici con larve infette.
Il ciclo di vita è lo stesso del Toxocara cati, con la differenza che non può attraversare la placenta e che il trattamento è lo stesso per entrambi. Possono inoltre riscontarsi in ospiti paratenici come roditori, uccelli, vermi e coleotteri. Le uova con larve infettive sono un po' meno resistenti all'ambiente di quelle degli ascaridi, ma in condizioni di elevata umidità e temperature miti vivono più a lungo.
Un gattino può infettarsi?
Molto probabilmente no. In realtà, gli ascaridi possiedono molte strategie di contagio e la situazione peggiore si verifica quando le larve infettive vengono ingerite da un gatto adulto con un buon sistema immunitario. Dopo essersi schiuse, gli agenti patogeni contenuti attraversano l'intestino, per poi migrare agli altri organi dell'animale (larve viscerali): cervello, cuore, fegato, polmoni, muscoli e ghiandola mammaria. Lì rimangono fermi, in stato latente, anche per anni e vengono tenuti lontani dal sistema immunitario in salute del gatto.
Tuttavia, questa situazione provoca una diminuzione delle difese immunitarie, facendo sì che le larve si "risveglino" per passare dalla ghiandola mammaria al gattino attraverso il latte. Una volta dentro l'organismo, non hanno bisogno di ripetere tutte le fasi per diventare adulte, bensì si trasformano direttamente passando al IV stadio del loro ciclo vitale, raggiungendo un notevole grado di attività e lunghezza (da 3 a 15 cm) a tre settimane di età, solo nutrendosi di sangue.
L'istinto di caccia dei gatti li rende costantemente esposti a questi parassiti, poiché anche i roditori e persino i vermi possono ingerire uova con larve infette presenti nell'ambiente. Utilizzando la stessa strategia, migreranno verso i muscoli e gli altri organi degli ospiti, fermandosi e aspettando che un gatto li ingerisca attraverso un roditore per completare il loro ciclo di vita.
In questo caso il topo si comporta come un "ospite paratenico", fungendo da veicolo e fermando il ciclo. Infine, le uova degli ascaridi sono piuttosto resistenti all'ambiente e possono sopravvivere per mesi se le condizioni di umidità e temperatura sono accettabili. I terreni porosi e sabbiosi sono particolarmente favorevoli.
Trattamento dei nematodi nei gatti
Questi tipi di parassiti nel gatto si espellono con la milbemicina ossima (in compresse), che è un antiparassitario indicato negli adulti, o anche con la selamectina (in flacone). Nei gattini tra le 3 settimane e i tre mesi di vita, è indicato somministrare albendazolo o fenbendazolo (in sospensione) per diversi giorni, poiché la sua azione lenta ma efficace fa sì che i parassiti vengano eliminati gradualmente e non ostruiscano l'intestino.
Vanno sverminati ogni due settimane dalle tre settimane ai tre mesi di età e ogni mese fino ai sei mesi. I farmaci con pirantel o febantel sono un po' meno efficaci, ma in dosi adeguate possono contrastare abbastanza bene gli ascaridi.
L'ideale sarebbe continuare a sverminare l'animale ogni tre mesi a partire dai sei mesi di vita, o più regolarmente in presenza di bambini e il gatto esce. Tuttavia, il veterinario potrebbe anche decidere di effettuare una flottazione fecale ogni tanto e di sverminarlo se osserva la presenza di uova di ascaridi.

Cestodi o vermi piatti nei gatti
Continuando con i parassiti intestinali nel gatto, un altro grande gruppo importante è quello dei vermi piatti, che includono la famosa tenia. Di seguito menzioniamo i più comuni:
Tenia del cane
La tenia del cane (Dipylidium caninum), che può colpire anche i gatti, necessita di un ospite intermedio per completare il suo ciclo di vita (indiretto). Solitamente viene trasmessa principalmente dalle pulci nel gatto, ma può essere trasmessa anche dai pidocchi nel gatto.
Non si osservano di solito sintomi evidenti, a parte proglottidi nelle feci e nell'ano dell'animale o un po' di prurito anale. Viene trattata con praziquantel ed è necessaria l'eliminazione dell'ospite intermedio.
Per saperne di più sulla tenia del cane, leggi il nostro articolo sulla Tenia nel gatto: sintomi, contagio e trattamento.
Genere taenia
La Taenia taeniformes è la più importante. Questo è un altro cestode che può infettare il nostro gatto attraverso ospiti intermedi, in questo caso roditori. Di solito non crea sintomi, solo prurito all'ano che segnala la presenza di parassiti in esso, distensione addominale, pelo opaco o ruvido e, naturalmente, presenza di proglottidi nelle feci.
Genere Echinococcus
L'Echinococcus granulosus è raro nei gatti, ma è interessante menzionarlo per via della sua importanza come causa di una malattia ben nota negli esseri umani, l'idatidosi cistica. Tuttavia, i felini sono ospiti molto improbabili, segnalati in pochissimi casi. Di solito il cane e la volpe sono gli esemplari che ne soffrono di più.

Parassiti intestinali microscopici nel gatto
Esistono altri parassiti che possono colpire i gatti, soprattutto quando vivono in comunità (ad esempio allevamenti di gatti, rifugi o colonie). Tra i più noti troviamo i protozoi, in mezzo ai quali vale la pena menzionare:
Giardia
La giardiasi nel gatto è causata da un protozoo flagellato che provoca sintomi che vanno dalla diarrea intermittente con un po' di muco e sangue fresco a uno stato di salute nel complesso buono con completa assenza di sintomi.
Prospera in ambienti umidi e la trasmissione avviene per via oro-fecale, rendendo la pulizia, la disinfezione e l'asciugatura delle superfici importanti in queste comunità. Il trattamento consiste nell'applicazione di fenbendazolo per cinque giorni o nell'uso di metronidazolo per un periodo di tempo leggermente più lungo. Quest'ultimo è un antibiotico con proprietà antiprotozoaria.
Coccidi Apicomplexa
Sono un altro tipo di protozoo, come la Giardia, ma senza flagelli. Tra questi troviamo il genere Isospora, che colpisce soprattutto i gruppi di gatti giovani, dando origine a:
- Diarrea giallastra.
- Ritardi nella crescita.
- Mantello ruvido e opaco.
- Distensione addominale.
I casi gravi sono solitamente dovuti a infezione batterica e sono frequenti anche infezioni asintomatiche e autolimitanti. La diagnosi avviene tramite coprocoltura (si osservano gli ovociti nelle feci), ma essendo che a volte possono dare dei risultati falsi è necessario ricorrere a tecniche di rilevazione in laboratorio. La terapia prevede l'assunzione di sulfamidici (antibiotici contro i protozoi) per 5-7 giorni oppure l'uso di diclazuril o toltrazuril in un'unica dose, dei farmaci non studiati per i felini ma che vengono spesso utilizzati.
Se vuoi saperne di più sulla Coccidiosi nel gatto, sintomi e trattamento, leggi questo articolo di AnimalPedia.
Toxoplasmosi
Il genere Toxoplasma possiede un unico esemplare tristemente famoso, ossia un altro tipo di protozoo conosciuto come Toxoplasma gondii. I gatti e gli altri felini sono gli unici ospiti definitivi della toxoplasmosi nel gatto (in questi animali avviene la loro riproduzione sessuale). Il felino si infetta ingerendo carne proveniente da fonti contaminate dalle oocisti del parassita, in particolare roditori.
Sebbene sia classificato come un parassita intestinale, può causare un'ampia varietà di sintomi generalmente non troppo gravi:
- Anoressia.
- Febbre.
- Apatia.
- Sintomi neurologici.
- Lesioni agli occhi.
- Dispnea.
L'animale manifesterà sintomi lievi e intermittenti, solitamente fuorvianti. L'infezione in utero risulta spesso fatale. Nella maggior parte dei casi, i sintomi della toxoplasmosi sono provocati dall'infezione con il virus della leucemia felina o con il virus dell'immunodeficienza felina.
Il trattamento appropriato si basa sull'uso di clindamicina per 4 settimane, due volte al giorno. Sono frequenti ricadute. La diagnosi tramite l'analisi delle feci non è molto precisa, poiché il gatto infetto elimina le uova (oocisti) in modo intermittente e irregolare, perciò è indicata la determinazione degli anticorpi nel sangue con metodi specifici, unitamente alla comparsa di sintomi clinici riconducibili a questo protozoo.
Il modo migliore per evitare infezioni è impedire al nostro animale domestico di mangiare carne cruda o di cacciare roditori. È difficile che vengano infettati ingerendo oocisti presenti nell'ambiente (negli esseri umani può verificarsi il contagio quando non si lavano le verdure, ad esempio), poiché queste si trovano nelle feci di altri gatti e i felini non sono inclini alla coprofagia.
Visite regolari dal veterinario sono essenziali per determinare se un gatto ha la toxoplasmosi. Ciò è particolarmente importante nei gatti femmina incinta, poiché mette a rischio il feto. Tuttavia, evitando di entrare in contatto con feci, la trasmissione è molto difficile.
Prevenzione contro i parassiti microscopici nel gatto
Formare il personale che si occupa della comunità sulle misure di disinfezione e pulizia degli ambienti è fondamentale per evitare ricadute, poiché i gattini anche se guariti possono rilasciare oocisti per un bel po' di tempo anche dopo che è passata la diarrea, il che può causare un nuovo focolaio di infezione.

Come sverminare un gatto?
Ora che conosci i parassiti intestinali più comuni, ti sarà anche più chiara l'importanza di sverminare regolarmente i felini, sia internamente che esternamente. Tuttavia, se sospetti che il tuo gatto soffra di un'infestazione generalizzata, recati subito dal veterinario per determinare quale tipo di parassita lo sta colpendo e qual è il trattamento più appropriato per eliminarlo definitivamente.
Tuttavia, bisogna sottolineare che eliminare i parassiti intestinali nel gatto non è sempre facile poiché, come hai visto nei paragrafi precedenti, in alcuni casi è necessario un trattamento periodico per evitare ricadute, in cui dobbiamo somministrare regolarmente farmaci specifici o antielmintici.
Esistono molti farmaci contro i parassiti intestinali, tuttavia non tutti sono efficaci quando si è già verificata un'infestazione diffusa, pertanto, ti consigliamo di evitare completamente quelli che non hanno studi a supporto della loro efficacia, ossia quelli che di solito si trovano nei supermercati o in negozi non specializzati. Prediligiamo sempre prodotti con comprovata efficacia nelle cliniche veterinarie.

Rimedi casalinghi per i parassiti intestinali nel gatto
Su internet si possono trovare un'infinità di trucchi e rimedi casalinghi per eliminare i parassiti intestinali nel gatto, tuttavia i rimedi naturali vengono solitamente utilizzati per prevenirne la comparsa, ma non possono eliminarli se già presenti nell'organismo del felino. Per questo motivo, sconsigliamo di ricorrere a qualsiasi tipo di queste cure per sverminare internamente i gatti, soprattutto quando i parassiti sono tanti.
Se si vuole prevenire la comparsa con metodi naturali, è consigliabile rivolgersi a un veterinario olistico o naturopata, che saprà consigliarci in maniera efficace senza mettere a rischio la salute del nostro animale.
I parassiti intestinali contagiano gli umani?
Se ti stai chiedendo se i nematodi, i cestodi o la tenia possono infettare gli esseri umani, ebbene sì, è possibile che ciò accada. I parassiti intestinali del gatto sono contagiosi per le persone e possono essere particolarmente fastidiosi e dannosi, soprattutto per i bambini.
- Toxocara cati e canis: causano infezione nell'uomo tramite ingestione accidentale di uova contenenti larve infettive, risultando nella larva migrans oculare, che può raggiungere l'occhio. Per prevenirla è molto importante fare attenzione ai bambini e seguire correttamente il programma di sverminazione.
- I cestodi, come Dipilydium caninum, possono colpire gli esseri umani attraverso l'ingestione accidentale di ospiti intermedi, ad esempio pulci o pidocchi nel caso dei bambini.

Questo articolo è puramente informativo, da AnimalPedia non abbiamo la facoltà di prescrivere trattamenti veterinari né realizzare alcun tipo di diagnosi. Ti invitiamo a portare il tuo animale domestico dal veterinario nel caso in cui presenti qualsiasi tipo di malessere o fastidio.
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- Andrew S. Peregrine BVMS, PhD, DVM, DEVPC, DACVM, Departamento de Patobiología, Colegio de Veterinarios de Ontario, Universidad de Guelph, Guelph, Ontario, Canadá. Gastrointestinal Parasites of Cats. 18.07.2019, de Merck Veterinary Manual Sitio web: https://www.merckvetmanual.com/cat-owners/digestive-disorders-of-cats/gastrointestinal-parasites-of-cats?query=%20intestinal%20parasites