La storia di Balto, il cane lupo che diventò un eroe
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La storia di Balto è una delle vicende reali più affascinanti degli Stati Uniti ed è la prova schiacciante di quanto i cani sono capaci di compiere incredibili imprese. La ripercussione mediatica dell'avventura di cui fu protagonista Balto fu così potente che nel 1996 venne realizzato un film in suo onore.
In questo articolo di AnimalPedia ti racconteremo qual è la vera storia di Balto, il cane lupo che diventò un eroe, pertanto, non abbandonare lo schermo.
Di che razza era Balto?
Balto era un meticcio di Siberian Husky che nacque nel 1923 a Nome, una piccola città in Alaska. Questa razza, anche se originaria della Russia, fu portata in territorio statunitense nel 1905 per farla lavorare nel mushing (cani da slitta), in quanto questi cani erano più resistenti e leggeri degli Alaskan Malamute, originari della zona.
In quel periodo era molto popolare la gara All-Alaska Sweepstakes, che iniziava a Nome terminando a Candle, un percorso di ben 657 chilometri senza contare il ritorno. A quei tempi, il futuro proprietario di Balto, Leonhard Seppala era un esperto addestratore del mushing e partecipava a diverse gare.
Nel 1925, quando le temperature si aggiravano sui meno trenta gradi centigradi, la cittadina di Nome fu colpita da difterite, una malattia infettiva grave che può arrivare a diventare mortale e che colpisce principalmente i bambini piccoli. Nella piccola cittadina non era presente il vaccino, pertanto, si inviò un telegramma per scoprire dove trovare rifornimenti. I vaccini più vicini si trovavano a Anchorage, a 865 chilometri di distanza e, sfortunatamente, non era possibile utilizzare passaggi aerei o marittimi a causa di una tempesta invernale che lo impediva.
La vera storia di Balto
Non avendo possibilità di ricevere i vaccini necessari, una ventina di abitanti di Nome scelsero di intraprendere un tragitto pericoloso, per il quale vennero utilizzati più di cento cani da slitta con il fine di raggiungere le medicine. Fu possibile trasportare il materiale da Anchorage fino a Nenana, una città che si trovava un po' più vicina di Nome, a 778 chilometri di distanza.
Fu creato un sistema di rilevazione che rendeva possibile tracciare il percorso dei vaccini. Tra le varie slitte una che fu degna di nota era quella dove si trovava Balto, il cane lupo. Durante questo difficile tragitto, tutti i partecipanti sopportarono temperature di circa meno quaranta gradi, forti venti e zone rocciose molto impervie. Di fatto, molti esseri umani e altrettanti cani morirono nell'impresa.
Esistono varie teorie su ciò che successe con l'ultimo gruppo di cani guidato da Gunner Kaassen: alcune affermano che Balto guidò e motivò il resto dei cani durante tutto il tragitto (anche se non si trattava del cane guida), altre invece suggeriscono che l'animale leader non sapeva orientarsi e un'altra ancora fu che il cane guida si ruppe una zampa e pertanto fu incapace di guidare il gruppo. A prescindere da queste congetture, ciò che è certo è che Balto prese le redini della missione, nonostante la gente non avesse riposto troppa fiducia in lui.
In soli cinque giorni e mezzo, lo squadrone B arrivò finalmente a Nome con in possesso i vaccini. Forse a causa della sua razza meticcia, nonostante la gente del luogo non avrebbe scommesso positivamente su di lui, Balto riuscì a portare a termine l'impresa in molto meno tempo di quanto si pensava.
Gli ultimi giorni di Balto
Bisogna sottolineare, come curiosità, che in realtà Balto non era il nome originale di questo cane, si chiamava Togo. Gli venne attribuito questo nome in memoria dell'esploratore norvegese Samuel Balto, molto famoso all'epoca.
Tristemente, Balto fu venduto insieme ad altri cani allo zoo di Cleveland (Ohio), dove visse fino a compiere 14 anni. Morì il 13 marzo del 1933. Dopo la sua morte, fu imbalsamato e attualmente lo si può trovare nel Museo di Storia Natural di Cleveland.
A partire da allora, ogni mese di marzo si celebra una gara in suo onore, che ripercorre il tragitto da Anchorage a Nome. Grazie a questo evento, la memoria della storia di Balto, il cane lupo che diventò un eroe, non verrà dimenticata! E oltre alla sua, anche quella di chi perse la vita in questa coraggiosa impresa.
La statua di Balto a Central Park
La ripercussione mediatica della storia di Balto fu tale che venne costruita una sua statua a Central Park di New York. Su di questa, c'è una scritta dedicata all'eroe che salvò la vita a molti bambini di Nome. Citandola testualmente:
"Dedicato agli spiriti indomiti di questi cani che trasportarono i vaccini per quasi mille chilometri, sopportando temperature polari e tempeste di neve artica in Nenana per portare sollievo alla desolata cittadina di Nome durante l'inverno del 1935.
Resistenza - Fedeltà - Intelligenza".
"Il cane, il miglior amico dell'uomo". Nessuna frase più di questa è capace di spiegare l'amore di questi animali per gli uomini. Oltre a Balto, un altro esempio di ciò è testimoniato dalla storia di Hachiko, il cane fedele.
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